giovedì 29 ottobre 2009

trasferimenti art.5 DM 23 sttembre 2009

Gentile Professore,
Le scrivo per avere il suo autorevole parere sull'applicazione del Decreto Ministeriale del 23 settembre 2009. In particolare, non mi è chiaro se i trasferimenti dei professori di I e II fascia cofinanziati dal Ministero ai sensi dell'art. 5 del Decreto (interventi per favorire la mobilità del personale docente) sono soggetti alle limitazioni previste dalla legge n. 133, ovvero se anche tali trasferimenti sono soggetti al blocco del turn over disposto con quel provvedimento normativo. In attesa della sua risposta, voglio sentitamente ringraziarla per questa sua meritoria e utilissima attività. Cordiali saluti,
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caro collega
ritengo che i trasferimenti siano soggetti solo alle limitazioni dettagliatemente previste nello stesso art 5 del DM. Peraltro, i trasferimenti non costituiscono immissione in ruolo o avanzamento di carriera, ma solo passaggio da una ad altra sede conservando lo stesso "status". Inoltre il cofinanziamento ha lo scopo di agevolare la mobilità e sarebbe un controsenso bloccarlo; ed è attribuito in misura anche maggiore per chi si trasferisce da una sede con organico superiore ai limiti posti dalla legge, ad altra sede con organico inferiore. Cordialmente
Alberto Pagliarini

spendibilità del titolo di professore aggregato

Chiar.mo Prof. Pagliarini,
nel ringraziarLa per la collaborazione offerta a tutto il mondo accademico, Le vorrei porgere un quesito: il titolo pro-tempore di Prof. Aggregato è spendibile al di fuori dell'Università? Se non fosse così, quale sarebbe la sua utilità per un ricercatore universitario affidatario di un insegnamento?Grazie ancora per la disponibilità e l'aiuto, cordiali saluti


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caro dottore
il titolo di professore aggregato non è spendibile in alcun modo fuori e dentro l'università. Serve solo ad attestare le funzioni di docenza svolte per l'insegnamento di un corso, limitatamente alla durata dello stesso. cordialmente
Alberto Pagliarini

mercoledì 28 ottobre 2009

trasferimenti agevolati solo se fuori regione

Gentile prof. Pagliarini,
sono un ricercatore confermato e, premesso che ho la residenza nella sede dell'Ateneo presso cui sono strutturato, vorrei trasferirmi dalla sede in cui presto servizio, alla sede in cui ho famiglia, affetti, legami con il territorio, casa di proprietà etc. Le due sedi si trovano nella stessa Regione. Anche quest'anno il Decreto sui criteri di Ripartizione del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) delle Università per l'anno 2009 (DM 23 settembre 2009 prot. n. 45/2009) prevede che chi aspira al trasferimento non "provenga dai ruoli di università della stessa regione"(art. 5). In tal maniera l'Ateneo che ha sede nella città in cui vorrei trasferirmi è costretto ad avere la disponibilità del 100% del budget necessario al mio rientro (nell'ipotesi di vincita del Bando di concorso) e ciò, data la crisi, equivale a dire che ci saranno molte ostilità. Trovo che la previsione dell'art. 5 sia ingiusta perché è semplice trovare sedi di Atenei in differenti Regioni che distano pochi chilometri (Piacenza-Pavia; Novara- Milano oppure Messina-Reggio Calabria: 15Km) e altre sedi invece, nella stessa Regione che distano oltre duecento chilometri (ad esempio Catania e Palermo oppure Foggia e Lecce: quasi 300 Km). Oggi, data la forte autonomia degli Atenei, questo vincolo appare ancora più assurdo. Il risultato è che paradossalmente chi è a 40 Km di distanza potrebbe ottenere il cofinanziamento del MIUR e io, che faccio circa 100.000 Km all'anno con l'automobile no. Come è possibile tentare di far eliminare il vincolo regionale? Cosa mi consiglia? Devono essere mortificate le ambizioni di trasferimento con l'aiuto importante del FFO? La ringrazio come sempre per il suo contributo prezioso.
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caro dottore
in linea teorica lei ha ragione, ma la ratio delle norma è quella di agevolare il trasferimento da una ad altra regione indipendentemente dalla distanza tra le sedi. Purtroppo, dura lex, sed lex. E' molto difficile cambiare la predetta ratio. Dovrebbe interessare parlamentari che producano interrogazioni scritte al ministro Gelmini con cui si evidenzino le assurdità da lei rilevate e si chieda di correggere la norma in vigore o, almeno, impegnarsi a modificarla nel prossimo anno. cordialmente
Alberto Pagliarini

scatto biennale e legge 133/08 art. 69

Gentile prof. Pagliarini,
sono ricercatore universitario non confermato in servizio da 2 anni 0 mesi e 8 giorni presso l'universita' di Udine.
Ricevo oggi la busta paga mensile in cui risultano, tra le altre classiche, le seguenti voci:
-scatti biennali: 34,41000
-decurtazione classe/scatto art. 69 c.1 L133/2008: -34,41000.
Ora, leggendo l'articolo richiamato mi pare di capire che la decurtazione riguardi in realta' una quota del 2.5% dello scatto, la quale viene prealtro differita di 12 mesi e non decurtata. Quindi dovrei ritrovarmi con uno scatto biennale pari al 5.5% anziche' l'8%, e il resto tra 12 mesi.
Conferma la mia lettura?
la ringrazio per la cortese attenzione,
xxxxxxxxxxxx
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caro dottore
al ricercatore non confermato viene attribuito uno scatto automatico del 2,5%, dopo due anni. Quello scatto, per la legge da lei citata, è stato attribuito e contemporaneamente soppresso per 12 mesi. Sarà reintegrato allo scadere dei 12 mesi. cordialmente
Alberto Pagliarini

inadempienze retributive

Caro Pagliarini,
sono un suo collega della Facoltà di Lingue di Bari. In passato ho avuto il piacere di incontrarla in più occasioni. Ho sempre apprezzato la sua attività di 'consulente', soprattutto per quanto ha riguardato in tutti questi anni la nostra situazione economica e giuridica.
Anche adesso ti scrivo perché mi occorre una tua parola su un caso, quello di mia moglie, anche lei docente nella mia stessa Facoltà, la quale ha sostenuto il concorso per il passaggio a ordinario quando aveva già una lunga carriera di associato alle spalle. E si è vista, nel corso del tempo, riassorbire quasi tutto l'assegno ad personam.
Sulla base di quanto comunicavi a noi tutti, presentò a suo tempo, richiesta perché l'assegno in oggetto Le fosse mantenuto nell'importo stabilito all'inizio della sua nuova carriera. Ma per adesso tutto tace, e sappiamo tutti qual è la situazione finanziaria del nostro Ateneo. Il fatto è, però, che dal novembre del 2010 mia moglie andrà in pensione, e ci chiediamo su quale importo stipendiale Le sarà attribuita la pensione. E vorremmo sapere come comportarci con l'Amministrazione. Questo problema interessa anche altri nostri colleghi, i quali mi hanno pregato di interpellarti.
Mi scuso per la prolissità, ti ringrazio di cuore e ti invio un cordiale saluto.
xxxxxxxxxxxxxxxx

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caro xxxxxxxxxxxxx e cari colleghi
Vi sono sedi, come Bari , che non solo non hanno ancora corrisposto l'aumento ISTAT 2009 ma anche l'adeguamento stipendiale relativo all'aumento ISTAT 2008. La situazione economico-finanziaria è veramente difficile e lo sarà ancora di più con i forti tagli previsti per il 2010.
Le università devono, lo dico da anni, decidersi a ridurre drasticamente le spese abnormemente cresciute sia con l'istituzione di numerosi corsi triennali e specialistici, non sempre validi e utili, sia con la creazione indiscrimanata di sedi decentrate, spesso create per soddisfare interessi politici, campanilistici e personalistici e non interessi di cultura, ricerca e formazione delle professioni. Quanto hanno fatto e stanno facendo è ancora poco. In un periodo di profonda crisi mondiale, quale quello che stiamo vivendo, con un debito pubblico ormai ai livelli di guardia, tutti gli enti dovrebbero ridurre le spese eliminando gli sprechi inutili. In verità, l'esempio dovrebbe venire dalla "Casta politica", dal Governo e dal Parlamento che, invece, irresponsabilmente continuano a far crescere i costi già abnormi e insostenibili della politica, istituendo, per esempio altre provincie, invece che eliminarle come promesso agli elettori. Il debito pubblico continua a crescere e siamo ormai a un livello tale da aver indotto il Presidente Napolitano a lanciare un grido d'allarme. Le università facciano la loro parte e riducano drasticamente tutte le spese che possono essere ridotte. Se i sindacati della docenza mi avessero ascoltato, prendendo precise posizioni di denuncia contro il dilagare della spesa, premendo sui rettori per fare una coraggiosa autocritica, oggi, forse, non saremmo a questo punto di crisi e di degrado dell'università, per cui tutti, sindacati e rettori sono correi. In questa situazione l'università di Bari è una tra quelle che non hanno adempiuto a diversi doverosi obblighi amministrativi. Uno è quello della restituzione dell'assegno ad personam, attribuito dopo il triennio di conferma e la ricostruzione di carriera, indebitamente riassorbito a tanti. Il diritto al non riassorbimento del predetto assegno, dopo diverse memorie scritte da me e fatte proprie dai sindacati della docenza CIPUR, CNU USPUR è stato riconosciuto ormai da tempo, per cui ai colleghi che avanzano nella carriera l'assegno non viene più riassorbito sia durante il triennio di conferma sia dopo. La restituzione di quanto riassorbito è invece in alto mare per le predette difficoltà finanziarie. Io e i tre sindacati della docenza abbiamo premuto e continuiamo a premere sul Rettore e sul Direttore perché si avvii l'operazione di restituzione, ma l'amministrazione non si muove, non per mancanza di volonta del Rettore o del Direttore ma per mancanza di soldi. Questa è la situazione. In questi giorni scriveremo ancora una volta per sollecitare alcuni atti dovuti: l'adeguamento retributivo, la restituzione dell'assegno ad personam e il riconoscimento degli assegni di ricerca nella ricostruzione di carriera, come è avvenuto in quasi tutte le sedi universitarie. Chiederemo anche un nuovo incontro con i vertici dell'amministrazione. L'adeguamento retributivo e la restituzione dell'assegno ad personam pensionabile, comportano l'obbligo dell'amministrazione di rifare i decreti rettorali per il calcolo della pensione e della liquidazione a tutti coloro che nel frattempo sono andati in pensione o andranno in pensione con una base pensionabile non corrispondente a quella reale, perché mancante dell'adeguamento e dell'assegno. Questo è un atto dovuto anche per coloro che sono defunti, come il compianto amico prof. Paolo Bruno presidente del CIPUR. Si potrebbe avviare una azione legale per richiedere gli interessi legali sulle somme che saranno attribuite con anni di ritardo. Purtroppo la nostra (in)giustizia lumaca e i costi dell'azione legale sconsigliano una siffatta azione. Ritengo utile inviare questa mail, per conoscenza, al Rettore e al Direttore amministrativo. Cordialmente
Alberto Pagliarini

martedì 27 ottobre 2009

regolamento e incompatibilità per i docenti a tempo definito

Buon giorno prof. Pagliarini,

sono un membro del Consiglio Direttivo di xxxxxxxxxxxx. Sono anche rappresentante dei Ricercatori nel CdA, proprio per il CNU.
Avrei un quesito da porle. In seno al CdA si è discusso sulla modifica del regolamento per le attività svolte in conto terzi.
Il regolamento è stato approvato a settembre e nel CdA di domani è proposta un'ulteriore modifica. C'è un punto "incriminato". Qualche consigliere sostiene che il Regolamento come appare è troppo restrittivo nei confronti dei docenti a Tempo Definito. Questi consiglieri voteranno contro la modifica e vorrebbero che io facessi lo stesso. Il nostro Rettore ha in realtà dato rassicurazioni, e per quanto mi è stato possibile documentarmi, io non ci vedo nulla di scorretto. Ma sono un chimico (ahimé in questo caso) e mi perdo nei meandri della legge. Si fa riferimento in particolare dall’art. 53 del D. Lgs. 30 marzo 2001, n. 165.
Le allego il Regolamento; gli articoli messi in discussione sono soprattutto il 2 ed il 3. Le sarei grato se potesse fornirmi un suo parere. La ringrazio davvero molto.
Cordiali saluti,
xxxxxxxxxxxxxxx
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caro collega
un regolamento non può prevaricare una legge. Se ciò accade si appalesa un eccesso di potere e un docente a cui vengono sottratti diritti sanciti dalla legge ma annullati dal regolamento, può benissimo impugnare il regolamento con certezza di riconoscimento del diritto negato. Per i docenti a tempo definito il comma 4 dell'art. 11 del DPR 382/80, tuttora in vigore, prevede: "Il regime d'impegno a tempo definito: a) è incompatibile con le funzioni di rettore, preside, membro elettivo del consiglio di amministrazione, direttore di dipartimento e direttore dei corsi di dottorato di ricerca; b) è compatibile con lo svolgimento di attività professionali e di attività di consulenza anche continuativa esterne e con l'assunzione di incarichi retribuiti ma è incompatibile con l'esercizio del commercio e dell'industria." In forza del citato punto b) , l'unica incompatibilità per attività esterna, per il docente a tempo definito, è quella dell'esercizio del commercio e dell'industria. Non si può, quindi, per regolamento vietare una qualsiasi attività esterna a un docente a tempo definito, salvo che l'attività non sia in conflitto di interessi o comunque in contrasto con i fini e i compiti dell'università. Se il regolamento è approvato nel rispetto di quanto sopra scritto è pienamente legittimo, in caso contrario è viziato perché contra legem e per abuso di potere, pertanto illegittimo e impugnabile nella parte in cui ciò si verifica. Cordialmente
Alberto Pagliarini

valori dell'assegno aggiuntivo non reali

Gent.mo Prof Pagliarini,
sono un professore ordinario a tempo pieno I progressione economica classe II, anzianità nell'inquadramento: anni 1, mesi 9, gioni 20 (facendo riferimento al cedolino del mese di settembre). Il valore dell'assegno aggiuntivo è pari a 717.45 euro. Casualmente ho visto una tabella (di cui le allego il link) nella quale si riportano i valori dell'assegno aggiuntivo in base alla categoria di docente e in base alla classe di appartenenza.

http://www.jus.unitn.it/sa/psp/cedolino/docent-note.html
Potrebbe gentilmente darmi delle delucidazioni in merito, dal momento che noto una discrepanza tra l'assegno da me percepito e quanto riportato nella suddetta tabella?
La ringrazio anticipatamente per la sua disponibilità e in attesa di un suo sollecito riscontro, le invio distinti saluti
xxxxxxxxxxxxxx

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gentile collega
l'assegno aggiuntivo da lei indicato è quello in vigore nel 2008, mentre per il 2009 è 744,4989 come riportato nelle mie tabelle retributive. I valori dell'assegno aggiuntivo riportati nel sito indicatomi sono puramente inventati, comunque non in vigore nelle università statali italiane. I valori lordi riportati nelle mie tabelle sono confortati dai numerosi cedolini stipendiali che mi inviano colleghi da tante sedi, sono valori esatti al decimillesimo di euro. analoghi a quelli calcolati dal CINECA. Cordialmente
Alberto Pagliarini

aumenti ISTAT non corrisposti e considerazioni politiche

Egr. Prof. Pagliarini,
ho letto con molto interesse il suo blog dove ho trovato notizie molto utili, ed ho letto la tabella delle retribuzioni a valere dal 1 gennaio 2009. Avrei due questioni da sottoporle e spero che lei possa trovare il tempo per rispondermi. La prima questione riguarda lo stipendio tabellare. Io sono diventato Prof. Straordinario il 1/2/2006 e dopo il giudizio positivo della commissione nazionale sono stato immesso nel ruolo di ordinario l'1/02/2009. I precedenti servizi da ricercatore ed associato hanno portato al riconoscimento di 8 anni come ricostruzione di carriera (la massima). Sono a tempo pieno e lo sono sempre stato. Dall'amministrazione ho ricevuto una lettera in cui mi si comunica che a decorrere dal 1/02/2009 (all'atto dell'immissione in ruolo ad ordinario) il mio stipendio a.l. sarà 45.751,71 riconoscendomi il tempo pieno e la classe 4, mentre l'assegno aggiuntivo sarà 9.839,34 a.l. Nella tabella è riportata questa cifra 47.476,541 mentre l'assegno aggiuntivo è 10210,27. Come mai questa discrepanza ? L'altra questione riguarda invece la data in cui il nuovo stipendio debba essere erogato. Gli 8 anni ricostruiti si riferiscono al periodo da ricercatore ed associato. Ma i tre anni di straodinario dove sono andati a finire ? Perchè il nuovo stipendio da ordinario non parte dalla immissione in ruolo al 01/02/2006 (straordinario) ? Nella lettera la classe 5 mi sarà assegnata l'1/02/2011. La ringrazio dell'attenzione, cordialmente
xxxxxxxxxxxxxx

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caro collega
la sua sede ed altre con difficoltà finanziarie non hanno ancora corrisposto l'aumento ISTAT del 3,77%, valido da gennaio 2009. Le cifre da lei riportate sono quelle in vigore nel 2008 e le troverà identiche sulle mie tabelle 2008, come credo abbia già visto. Vi sono sedi, come Bari , che non hanno ancora corrisposto l'adeguamento stipendiale relativo al 2008, oltre quello del 2009. La situazione è veramente difficile e lo sarà ancora di più con i forti tagli previsti per il 2010. Le università devono, lo dico da anni, decidersi a ridurre le spese abnormemente cresciute con l'istituzione di numerosi corsi triennali e specialistici, non sempre validi e utili, e la creazione indiscrimanata di sedi decentrate, spesso per soddisfare interessi politici, campanilistici e personalistici e non interessi di cultura, ricerca e formazione delle professioni. In un periodo di profonda crisi mondiale, quale quello che stiamo vivendo, tutti dovrebbero ridurre le spese eliminando gli sprechi inutili. L'esempio dovrebbe venire dalla "Casta politica" che irresponsabilmente continua a far crescere i costi già abnormi e insostenibili della politica, istituendo altre provincie, invece che eliminarle come promesso agli elettori. Il debito pubblico continua a crescere e siamo ormai a un livello tale da aver indotto il Presidente Napolitano a lanciare un grido d'allarme. Le università facciano la loro parte e riducano drasticamente tutte le spese che possono essere ridotte. Se i sindacati della docenza mi avessero ascoltato, prendendo precise posizioni di denuncia contro il dilagare della spesa, oggi, forse, non saremmo a questo punto di crisi e di degrado dell'università, per cui tutti sono correi. Per quanto attiene la ricostruzione di carriera, per legge si computano solo gli anni di servizio prima dello straordinariato, valutandone i due terzi e, con un ulteriore vincolo veramente vessatorio che dovrebbe essere eliminato, in misura non superiore a otto. Cordialmente
Alberto Pagliarini

sabato 24 ottobre 2009

riconoscimento servizi ai fini economici

chiar.mo prof. Pagliarini,
sono una ricercatrice inquadrata pressol'Università di Cagliari e confermata il 1.04.2009. Dal maggio 1985 al1.04.2006 ho prestato servizio come archivista di stato (ex carrieradirettiva) presso il Ministero per i beni e le attività culturali. orami accingo a ricostruire la mia carriera nell'amministrazione universitaria. ho avuto modo di sapere dal funzionario addetto che, aifini della retribuzione, non mi verranno computati gli anni precedentemente prestati presso la pubblica amministrazione , in quanto non ho tenuto corsi d'insegnameto. a parte che nel corso del mio lavoro ho tenuto numerosi corsi professionali, di cui possiedo regolari attestati, mi sembra assurdo che si tenga conto del lavoro prestato dagli assegnisti, che di regola non hanno alcun carico didattico, e non del lavoro continuativamente prestato per una pubblica amministrazione e sempre a livello direttivo. la ringrazio anticipatamente per le informazioni che vorrà darmi. distinti saluti
xxxxxxxxxxxxxxxx

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gentile dottoressa
i servizi prestati nella pubblica amministrazione sono riconoscibili solo ai fini giuridici o di quiescenza, non ai fini economici nella ricostruzione di carriera sia dei ricercatori che dei professori universitari. Sono riconoscibili ai fini economici solo i servizi di insegnamento nella scuola secondaria, perché equiparati a quelli di cui all'art. 7 della legge 28/80, come gli assegni di ricerca. E' quanto stabilisce l'art. 103 del DPR 382/80. Se avesse svolto corsi di insegnamento presso il ministero per i beni e le attività culturali, questi potevano essere riconosciuti anche ai fini economici. Cordialmente
Alberto Pagliarini

età pensionabile con o senza i due anni di proroga

Gent.mo Professor Pagliarini,
La Sapienza, a parer mio, interpreta il DM 270 in maniera restrittiva riguardo il collocamento a riposo degli Associati. L'Università,infatti, limitatamente agli Associati, fissa l'età di pensionamento a 68 anni, qualora non vengano riconosciuti i 2 anni opzionali.A me sembra, dal DM270, che le figure di Ordinario e Associato, vincitori di concorso prima del 2005, siano del tutto indistinguibili e come tali dovrebbero avere gli stessi diritti e doveri se optano per il DM 270. Grazie e cordiali saluti
xxxxxxxxxxxxxx

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caro collega
gli ordinari che ottenevano i due anni di proroga in ruolo andavano in pensione a 72 anni. Se gli stessi ordinari hanno optato per la legge Moratti vanno in pensione a 70 anni. Ovviamente se l'università decide di non concedere i due anni di proroga a tutti, ai predetti ordinari non può togliere i due anni di proroga, già tolti dalla stessa legge Moratti, ma li può togliere dagli associati poiché i 70 anni, per questi, sono comprensivi dei due anni di proroga. Cordialmente
Alberto Pagliarini

una detrazione fiscale negativa

Gentile Professor Pagliarini,qualora Le fosse possibile, Le volevo chiedere la cortesia di dare un'occhiata al cedolino stipendiale cheLe accludo. Mi sembra che vi sia una certa differenzacon le tabelle che lei ha pubblicato sul sito del CNU.Più esattamente, le voci relative alle detrazioni sembrano differire.Purtroppo, pur avendo letto le precisazioni relativealle tabelle stesse, non sono riuscito a ben comprenderela questione.La ringrazio in anticipo e la saluto cordialmente.
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caro collega
la detrazione fiscale per lavoro dipendente, come ho scritto nelle precisazioni annesse alle mie tabelle, compete solo a coloro il cui reddito è inferiore a 55.000 euro, in msura decrescente col crescere del reddito, sino ad azzerarsi per redditi di 53.000 o superiori. A lei non compete.Non può esserci una detrazione negativa come risulta dal suo cedolino. E' probabile che, per errore le abbiano attribuito una detrazione pari all'importo riportato nel cedolino e successivamente, accortisi dell'errore la abbiano portata in detrazione. Non trovo altra spiegazione. Chieda all'ufficio stipendi della sua sede il perché della detrazione negativa. Cordialmente
Alberto Pagliarini

durata idoneità

Gent.mo Prof. Pagliarini,
pur conoscendo il livello dei suoi impegni, provo a disturbala con un quesito specifico che non mi sembra abbia ricevuto risposta nel Suo blog/sito.
Sono un professore associato confermato. Ho conseguito l'idoneità di prima fascia il 10/07/2007. La mia Facoltà, che aveva bandito il concorso, non mi ha chiamato, giustificando in qualche modo la mia non chiamata (basandosi sulla "tipologia di impegno didattico"), con delibera del 05/09/2007.
Anche la mia idoneità (triennale, nel bando pubblicato sulla G.U. del 18/11/2005) passa d'ufficio a 5 anni (Art. 6 230/2005)?
Grazie in anticipo della Sua attenzione.
Cordiali Saluti,
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caro collega
la durata della sua e di tutte le idoneità conseguite con bandi antecedenti o successivi alla legge 230/05, è di 5 anni. Cordialmente
Alberto Pagliarini

domenica 18 ottobre 2009

chiamata diretta

Caro Prof. Pagliarini,
complimenti innanzi tutto per le sue pagine web con le retribuzioni universitarie, per il suo blog. Le espongo il mio caso. Io sono docente e faccio ricerca presso una universita' inglese, dove sono Reader. Inoltre, mettendomi in sabbatico qui per 2 anni, tra l'ottobre 2005 e il settembre 2007 ho fatto 2 anni a Tor Vergata grazie al programma "rientro dei cervelli". Recentemente il CUN ha finalmente prodotto una tabella di equipollenze. Probabilmente la conosce, ma comunque la allego. Le allego inoltre una nota del membro di Fisica del CUN. Io sarei, secondo la tabella, chiamabile come Ordinario, ma per varie ragioni questo e' altamente improbabile. Il Dipartimento di Fisica de La Sapienza ha pero' un certo interesse a chiamarmi come Associato, settore FIS05. Data la notevole differenza economica, e visto che a quanto pare e' possibile fare una chiamata diretta in una fascia stipendiale congrua all'anzianita' ed esperienza del chiamato, senza dover aspettare i 3 anni di conferma come se si vincesse un concorso, io potrei accettare il posto da Associato se potessi avere un'idea chiara su alcuni punti (mi perdoni l'ingenuita' di alcune domande, ma sono sempre stato all'estero) 1) e' effettivamente vero che posso esser chiamato su una fascia stipendiale arbitraria, o almeno poter fare subito la ricostruzione della carriera? 2) gli scatti stipendiali delle sue tabelle sono biennali? La colonna k (quella piu' utile a me per capire se riusciro' a vivere a Roma con una famiglia di 4 persone) e' il netto mensile: si percepiscono 13 di queste mensilita'? Inoltre, si percepiscono assegni famigliari extra, o ci sono detrazioni fiscali per la famiglia? 3) Io mi sono laureato nell'87, o preso il dottorato a fine 91, sono stato Postdoctoral Research Assistant all'universita' Londra dal 92 al 95, 2 anni di postdoc all'ICTP (A Trieste, formalmente un'entita' di ricerca dell'Unesco), 1 alla SISSA di Trieste, 1 Postdoctoral Research Assistant all'universita' di Cardiff, dal luglio 99 al 2006 sono stato Senior Lecturer all'universita' di Portsmouth (equipollente ad Associato secondo la tabella allegata) e poi promosso a Reader. Quale classe stipendiale da Associato posso aspettarmi con la ricostruzione della carriera? 4) Mi sa dire se le agevolazioni fiscali di cui all'Art. 3 del DL 269-2003 (anche questo per sua comodita' allegato, insieme al documento interpretativo dell'Agenzia delle Entrate) esistono ancora, in altre parole se quel DL e' stato esteso/rinnovato? Potrei usufruirne di nuovo (ne ho beneficiato durante i 2 anni a Roma come Rientro dei Cervelli) se fossi chiamato tra un anno? La ringrazio anticipatamente, sperando di ottenere presto una delle sue cordiali e precise risposte. Cordiali saluti, xxxx yyyy 

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caro collega
solo i docenti chiamati per chiara fama possono essere inquadrati nella classe retributiva che compete per il totale riconoscimento dei periodi di docenza svolti all'estero nelle diverse qualifiche ritenute equipollenti a quelle italiane, in particolare in quella di full professor, come si evince dall'art. 1 bis della legge 1/09. La chiamata diretta come professore ordinario o associato, consente la ricostruzione di carriera, all'atto dell'accettazione della chiamata, e l'attribuzione di una classe retributiva non superiore alla quinta (classe 04 delle mie tabelle) in base agli anni di servizio ritenuti validi per equipollenza a quelli italiani di ricercatore, professore associato o professore ordinario, come si evince dal D.M. 45 del 23 settembre 2009. Nel suo caso, per i servizi prestati, se ritenuti validi dalla amministrazione chiamante per le corrispondenti equiparazioni fissate dal CUN, dovrebbe essere inquadrato, appunto, nella classe retributiva 04. Non mi risulta, salvo mia ignoranza, che le agevolazioni fiscali per il rientro dei cervelli, fissate dalla legge 269/03, previste per il quinquennio successivo al 2003, siano state prorogate. Può chiedere direttamente all'Agenzia delle Entrate o all'amministrazione della università chiamante. Per le domande sulle mie tabelle, le ho già risposto e , comunque, ribadisco che le risposte le può trarre dalla lettura delle Precisazioni annesse alle tabelle. Cordialmente
Alberto Pagliarini

martedì 13 ottobre 2009

aspettativa con assegni per pubblici dipendenti

Gentile prof. Pagliarini,
ho trovato il suo blog su internet e lefaccio i complimenti per i contenuti e per la perizia delle risposte.Avrei un quesito da porle in merito all'aspettativa per dottorato diricerca. Sono un dipendente dell'amministrazione della regione Sardegna, e sarei interessato a intraprendere un percorso di dottorato. Da quanto ho letto nel suo blog e da altre fonti, per i dipendenti pubblici esiste la possibilità di mettersi in aspettativa e, in assenza di borsa di studio, continuare a percepire lo stipendio. Tuttavia, ilcontratto dei dipendenti dell'amministrazione della regione Sardegna,non accenna esplicitamente a questa possibilità, (pur citando la legge n.476 del 13 agosto 1984) parlando solo di aspettativa "senza assegni"(il contratto è scaricabile all'indirizzo http://www.fpscagliari.it/ccnlras9801.htm#a44, l'articolo in questione è l'art. 44).Vorrei quindi chiederle se la possibilità offerta ai dipendenti pubblici statali di mantenere lo stipendio durante l'aspettativa per dottorato di ricerca, è o non è concessa ai dipendenti della regione sardegna. La ringrazio per l'attenzione
Cordiali Saluti
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caro dottore
la legge da lei citata vale per tutti i pubblici dipendenti, non solo per quelli statali, come scritto nella legge. Pertanto la Regione non può non applicarla. Diverse regioni l'hanno applicata. Cordialmente
Alberto Pagliarini